Un viaggio in Lapponia

Stavo impacchettando i regali poco fa, con le gambe infilate sotto il mio piumone con le renne, la musica natalizia a volume discreto e solo la luce di una candela alla cannella ad illuminare la stanza. La carta crepitava sotto le mie dita, come fosse fuoco scoppiettante in un caldo camino, le forbici viaggiavano sapienti tra un nastro e l’altro, con la gioia di chi dona ad amici e familiari, e la penna scorreva lenta sulla tavolozza bianca dei biglietti d’auguri.

Cullata dal ritmo del piano, misto alle campanelle natalizie, ho chiuso gli occhi, lasciandomi andare all’atmosfera magica del Natale e ritrovandomi, in breve, al Circolo Polare Artico e, in particolare, in Lapponia, a casa di un certo signore con barba grigia ed occhiali. Lavoravo senza sosta, seduta su sgabelli di legno massiccio marrone scuro, assieme a Giljagaur e Stúfur, solo alcuni degli elfi aiutanti di Babbo Natale. L’atmosfera era scherzosa ed allegra, ed io e Ketkrókur giocavamo a lanciarci, tra l’incarto di un pacco e l’altro, fiocchi di neve artificiale e bacche di vischio. Nella fabbrica del Signor Natale c’era però una regola, chi veniva colpito per primo, doveva pagare la dolce penitenza di preparare la famosa cioccochristmas per tutti: una cioccolata calda aromatizzata alla canella e pepe di Cayenna, con aggiunta di marshmallow e codette colorate come decorazione.

Fui io, la prima ad essere colpita, quel giorno. Così mi diressi verso la cucina, dove mi aspettavano Prencer e Blitzen, le due renne addette al reparto dolciumi. Assieme preparammo la migliore cioccolata di tutti i tempi, lasciandoci inebriare dal profumo delle spezie, scaldandoci al calore del camino e respirando l’atmosfera festosa dello stare assieme. Quel giorno imparai che il Natale era molto di più di un semplice regalo, una carta colorata, un fiocco sfarzoso o un bigliettino a tema.

Natale è condividere, è donare, è lasciare che il sorriso e la gioia infondano linfa vitale tra le pareti delle tue arterie, irrorando e riscaldando i tuoi muscoli assopiti dalla fatica dell’anno passato.

Natale è preparsi un tè speziato in compagnia, tra un abbraccio della mamma ed un buffetto del papà, litigare per il divano con tuo fratello ed il tuo cane, facendo a gara a chi ruba più coperte all’altro.

Natale è lasciare che la stanza venga illuminata soltanto dalle luci dell’albero, tenui e sfuocate, e stare ad osservare i giochi di colore che i suoi riflessi creano su gli addobbi.

Natale è lasciarsi scaldare da un film guardato in compagnia, dalla trama di un libro avvolgente, dal sorriso di una persona a cui vogliamo bene.

Natale è lavorare a maglia, cercando di finire, a tutti i costi, il maglione che stai cercando di realizzare, da mesi, per il tuo fidanzato.

Natale è cucinare, fare l’impasto dei biscotti assieme ai più piccoli, sporcarsi il grembiule di farina e la bocca di cioccolato, cercando avidamente di essere il primo ad assaggiare il prodotto finito.

Natale è guardarsi negli occhi, vedendo il riflesso delle piccole cose che hai donato, nell’altro.

Questo è il mio Natale.